“Non farlo mai da solo.” Le parole continuano a riecheggiare nella tua mente mentre fissi la copertina polverosa del “Libro Rosso” sul tavolo. Da quanto sei seduto lì, con la stanza immersa nell’oscurità e il silenzio opprimente che sembra avvolgerti? Non puoi fare a meno di riflettere su come sei arrivato a questo punto, isolato, di fronte a un rituale di cui conosci solo frammenti, raccolti in chat oscure, tra appassionati di occultismo.
Era cominciato per gioco, come un modo per sfuggire alla noia. Una sera, un amico ti aveva accennato al “Libro Rosso” tra una birra e l’altra. “Hai mai sentito parlare di quel gioco strano? Lo chiamano il rituale del Libro Rosso. Pare si possano evocare spiriti… ma è tutta una bufala, ovviamente.” Te ne aveva parlato ridendo, eppure qualcosa nella storia ti aveva colpito. Era una vecchia leggenda sudamericana, un gioco semplice: un libro qualsiasi, una candela accesa, e una serie di domande agli spiriti. Ma la parte che ti aveva affascinato di più erano stati gli avvertimenti.
Non farlo mai da solo. Non provocare gli spiriti. Non chiedere mai della morte.
Avevi sorriso, ma dentro di te l’idea aveva cominciato a radicarsi. Perché no? Non era la credenza negli spiriti a catturarti, ma l’attrazione per l’ignoto, quella sensazione che ci fosse qualcosa di oscuro e pericoloso che valeva la pena esplorare.
Poi, un giorno, era accaduto qualcosa di strano. Un mercatino, un venditore con uno sguardo enigmatico, e quel libro. La copertina rossa, consumata dal tempo, sembrava quasi viva sotto le tue dita. Non era un libro qualunque, lo avevi capito subito. Era come se quel libro ti avesse trovato, più che il contrario.
Continua…